Gelo alle arance di Sicilia

Quando la terra brucia

“Brucia la terra mia e abbrucia lu me’ cori
Chi siti d’acqua idda e ju siti d’amuri”

Così un vecchio canto siciliano appassionato, rielaborato da Nino Rota per la colonna sonora de Il Padrino parte prima, di Francis Ford Coppola. Il terribile caldo in Sicilia è un tema ricorrente anche nel grande romanzo Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, da cui Visconti ha tratto un film epico e dolente, e don Fabrizio/Burt, il Principe di Salina, trasferitosi con la famiglia nella più fresca Donnafugata, parlando col piemontese Chevalley, parla del clima siciliano come di “un clima che infligge sei mesi di febbre a quaranta gradi” e di una “estate lunga e tetra quanto l’inverno russo”.

Per far crescere le arance bisogna irrigare, irrigare, irrigare. Sennò le arance vengono piccole e non le vuole nessuno. Oppure non vengono affatto. Ma di acqua con i cambiamenti climatici se ne trova sempre meno e quando la trovi costa troppo. Per non parlare della guerra ai coltivatori di arance fatta dagli speculatori dei terreni. Proprio come racconta così bene Roman Polansky nel magistrale China Town del 1974.

Ma non si tratta solo di acqua. La concorrenza internazionale è un altro grosso problema per le arance siciliane che spesso ai produttori non conviene nemmeno raccogliere. Paesi come Marocco, Egitto, Spagna, Brasile e perfino la Cina producono grandi quantità di agrumi e spesso possono offrire prezzi più competitivi a causa di costi di produzione inferiori. In genere si tratta di prodotti di qualità inferiore, niente a che vedere con le arance siciliane, ma i prezzi più bassi in tempo di crisi sono preferiti dai consumatori alla qualità.  Un altro fattore importante è la crescente domanda di prodotti biologici e a chilometro zero. Le arance siciliane, per essere competitive, devono puntare non solo alla qualità, ma alla sostenibilità e alla tracciabilità.

Per rendersi conto della portata del problema che coinvolge non solo le arance siciliane ma i formaggi, i salumi, l’olio EVO e molte altre eccellenze tipiche del nostro Paese occorre vedere la bella inchiesta di Sabrina Giannini nella trasmissione di RAI 3  Indovina chi viene a cena. La puntata del 1 giugno 2023, visibile su RAI Play, dal titolo Non c’è pace tra gli ulivi  è dedicata proprio a questo tema scottante, con una parte specifica che informa su come resistono alla concorrenza delle arance marocchine gli agricoltori siciliani che pagano il giusto prezzo a tutta la filiera senza speculare sul cliente finale. E la conclusione ci apre un pò alla speranza osservando gli esiti positivi di una storia di resistenza agricola: i piccoli produttori riuniti nel consorzio “Le Galline Felici”. Questo consorzio infatti garantisce il prezzo fisso ai produttori fin dalla raccolta e da forza ed assistenza ai piccoli produttori riuniti sottraendoli al ricatto della distribuzione.  Questo è davvero importante perché la filiera agrumicola siciliana è caratterizzata da una miriade di piccole aziende agricole. La dimensione media aziendale è di circa 2,3 ettari. Questa frammentazione riduce il potere contrattuale dei singoli produttori nei confronti della grande distribuzione e dei grossisti. Una nota di ottimismo ma la strada è ancora lunga per raggiungere l’efficienza delle reti associative presenti in altri paesi concorrenti come la Spagna, dove la cooperazione è storicamente più radicata. Altro che Sovranismo Alimentare…

Ogni anno Giacomo mi manda a Natale una cassetta di arance siciliane, profumate e succose. Un sapore antico, come la nostra amicizia. Se non può portarmele lui, quasi sempre in giro per il mondo a tentare di dare un senso alla comunicazione televisiva pubblica, me le spedisce. E per me senza quelle arance non è Natale. Prima c’era il Babbo a coltivarle, anni fa, quando era ancora un’attività remunerativa. Allora treni carichi di arance partivano dalla Sicilia per andare a portare nel freddo inverno della Germania un pò di sole mediterraneo racchiuso in quelle sfere dorate che erano apprezzate e ben pagate. Ma ora con la siccità che aumenta ogni anno, la concorrenza sleale di produttori stranieri, il costo dell’energia e dei trasporti più elevati d’Europa a Giacomo chi glielo fa fare di produrre le arance, lui che ha la testa sempre nel mondo delle TV?

La risposta è semplice: perché ogni Natale la sera della Vigilia io possa preparare il Gelo di Arance alla siciliana con le arance più buone del mondo…

INGREDIENTI

  • 1 litro di succo fresco ricavato dalla spremitura di arance rosse siciliane
  • 130 g di zucchero semolato. Tu assaggia sempre perché la quantità può variare a seconda della dolcezza delle arance
  • 90 g di amido di mais (maizena)
  • 1 Scorza di arancia evitando la parte bianca
  • Qb Foglioline di menta fresca (per guarnire)

PREPARAZIONE

  1. Spremi le arance rosse, filtrando il succo con un colino per eliminare eventuali semi e residui di polpa. Dovrebbe risultare circa 1 litro di succo.
  2. In un tegame mescola lo zucchero e l’amido di mais aggiungendo gradualmente il succo d’arancia. Mescolando continuamente con una frusta per evitare la formazione di grumi.
  3. Aggiungi la scorza d’arancia, solo la parte colorata, nel  tegame. Portare il composto a ebollizione a fuoco dolce, mescolando continuamente.
  4. Abbassa la fiamma e continuare a cuocere per circa 5-10 minuti, mescolando sempre, fino a quando il gelo si sarà addensato e avrà raggiunto una consistenza cremosa. Dovrebbe velare il cucchiaio.  È importante mescolare continuamente per evitare che si attacchi al fondo della pentola.
  5. Togliil tegame dal fuoco e rimuovi la scorza d’arancia. Versa
  6.  il gelo negli stampini individuali o se preferisci in una forma unica e lascia raffreddare a temperatura ambiente.
  7. Copri gli stampini con pellicola trasparente a contatto con la superficie per evitare la formazione di ispessimenti, e ponili in frigo per per tutta la notte, per far solidificare completamente il gelo.
  8. Sforma delicatamente il gelo dagli stampini. Se si è usato un contenitore unico, taglia il gelo a cubetti.
  9. Guarnisci con foglioline di menta fresca, oppure striscioline di buccia o spicchi d’arancia

 

Note: La qualità del succo d’arancia è fondamentale per la riuscita del gelo. Utilizza arance rosse di Sicilia fresche e mature, possibilmente di varietà Tarocco o Moro, che sono particolarmente succose e profumate.

Assaggia il succo d’arancia prima di aggiungere lo zucchero e regola la quantità in base alla dolcezza naturale delle arance.

Se il gelo dovesse risultare troppo liquido, aggiungi un altro cucchiaio di amido di mais sciolto in un po’ di succo d’arancia freddo. Se dovesse risultare troppo denso, aggiungere un po’ di succo d’arancia fino a raggiungere la consistenza desiderata.

Senti che mangi !