Polpette di Melanzane

Polpette di Melanzane

Donatella Mattonella

Vendiamo mattonelle di design ma non ce la tiriamo…
Ci trovi nel nostro negozio di Forano, se non ci trovi, siamo in cantiere!

donatella

Donatella e Giacomo si presentano così sui social che usano con sapienza per promuovere la loro attività che si chiama manco a dirlo Donatella Mattonella. Che attività? Sono spacciatori di mattonelle: piastrelle geometriche le più moderne, carte da parati che sembrano giungle verdeggianti, gres più naturali della pietra naturale, pietre naturali più belle del gres, cotti smaltati che ti sembra di stare nell’Alhambra di Granada o invetriati più seducenti della Moschea Blu di Istanbul. Rivestono le case di chi si affida a loro con immaginazione e fantasia. E il risultato non è mai banale.
Sere fa sono venuti a cena e mentre eravamo in cucina a friggere le mie polpette di melanzane, che loro amano molto, parlavamo un pò di come un lavoro come il loro sia diventato ricercato e complesso e di come, se sei capace e corretto, riesci in qualche modo a far crescere, diciamo anche educare, il gusto dei clienti. Cosa faticosissima ma che ti ripaga nel tempo con molte soddisfazioni.

Giacomo e Donatella sono sempre aggiornatissimi sulle nuove produzioni: Non perdono mai una fiera, un’expo o una mostra che, come mi racconta Giacomo, diventano eventi sempre più ricchi e sofisticati e dove non si promuove del materiale da costruzione ma una filosofia dell’abitare contemporaneo. Per questo nel loro negozio di Forano ti sembra di stare in una galleria d’arte moderna dove puoi trovare la pelle della tua nuova casa. Che è una pelle sensibile, ricca di informazioni, che comunica in maniera estremamente avanzata. 

Del resto la storia delle “mattonelle” inizia ben prima che venissero utilizzate per rivestire pavimenti e pareti. Le prime forme che possiamo ricondurre a questo concetto erano tavolette di argilla che rappresentano i più antichi supporti per la scrittura conosciuti. Infatti, migliaia di anni fa, in Mesopotamia -l’attuale Iraq- le civiltà sumere, babilonesi e assire utilizzavano blocchi di argilla umida su cui incidevano i caratteri cuneiformi con stili appuntiti. Queste tavolette venivano poi essiccate al sole o cotte in forni, rendendo le iscrizioni permanenti. Sappiamo che queste “mattonelle” di argilla non erano usate per la decorazione, ma erano fondamentali per registrare leggi, transazioni commerciali, testi religiosi, opere letterarie e conoscenze scientifiche. Hanno permesso la conservazione di un’enorme quantità di informazioni sulle prime civiltà, fornendo una finestra unica sul loro mondo.

Con il passare dei millenni, l’uso dell’argilla cotta si è diversificato, portando alla nascita delle vere e proprie piastrelle come le conosciamo oggi.

Già nell’Antico Egitto, si trovano esempi di mattonelle in faience -una ceramica invetriata che prende il nome dalla città di Faenza dove molto più tardi si sviluppò in maniera mirabile- utilizzate per decorare tombe e palazzi, assemblate per creare motivi e immagini.

È però in Persia che le piastrelle decorate iniziano a fiorire. A partire dal II millennio a.C., si utilizzavano mattonelle in argilla cotta, a volte invetriate, per decorare edifici. Queste piastrelle erano spesso dipinte con motivi geometrici o figurativi e testimoniavano un’estetica raffinata.

I Romani furono maestri nell’uso dei materiali da costruzione. Sebbene non si dedicassero alle piastrelle decorative come i Persiani, utilizzavano ampiamente mattonelle in terracotta per pavimentazioni e rivestimenti interni ed esterni. Le loro mattonelle erano robuste, pratiche e contribuivano alla durabilità delle strutture. 

È con l’espansione del mondo islamico che le piastrelle raggiungono l’apice della loro espressione artistica e tecnica. A partire dall’VIII secolo d.C., gli artigiani islamici svilupparono tecniche innovative per la produzione di piastrelle invetriate, tra cui la tecnica a lustro metallico. 

Le moschee, i palazzi, le tombe e gli hammam furono ricoperti da piastrelle con motivi geometrici complessi, calligrafia elegante e disegni floreali stilizzati. Ogni piastrella è un’opera d’arte, e l’insieme crea ambienti di straordinaria bellezza. La ricchezza dei colori, blu cobalto, turchese, verde smeraldo e oro, era sorprendente. Alcuni degli esempi più celebri si trovano in Spagna (Alhambra), Turchia (moschee ottomane) e Iran.

Durante il Rinascimento, le piastrelle decorative iniziarono a diffondersi anche in Europa, spesso influenzate dalle tecniche e dagli stili del mondo islamico. I Portoghesi e gli Spagnoli furono tra i primi a importare e poi a produrre in proprio le piastrelle in ceramica, creando gli iconici Azulejos portoghesi, famosi per i loro disegni blu e bianchi che narrano storie o rappresentano paesaggi.

Nel XVII e XVIII secolo, anche l’Olanda divenne un centro importante per la produzione di piastrelle, in particolare le celebri piastrelle di Delft, con i loro delicati motivi blu su fondo bianco.

Il XIX secolo, con la Rivoluzione Industriale, portò a cambiamenti radicali nella produzione delle piastrelle. L’introduzione di nuove macchine e processi industriali permise la produzione di massa, riducendo i costi e rendendo le piastrelle accessibili a un pubblico più ampio. Questo segnò il passaggio da un prodotto artigianale di lusso a un materiale da costruzione comune.

Oggi, le piastrelle sono onnipresenti. Utilizzate per pavimenti, rivestimenti di pareti, piani di lavoro, piscine e persino come elementi di design nell’arredamento. La varietà di materiali è vastissima: ceramica, gres porcellanato, monocottura, bicottura, klinker, mosaico, vetro e persino metallo e pietra ricomposta.

L’innovazione tecnologica ha portato a piastrelle con caratteristiche avanzate, come alta resistenza all’usura, all’acqua, al gelo e agli agenti chimici. I progressi nella stampa digitale permettono di replicare fedelmente l’aspetto di altri materiali, come il legno, la pietra o il cemento, offrendo infinite possibilità estetiche.

Dalla tavoletta d’argilla che registrava la storia, alla piastrella che oggi riveste e decora le nostre case, questo elemento ha percorso un lungo e affascinante viaggio, evolvendosi da un supporto funzionale a un elemento essenziale di design e architettura, che continua a supportare e trasmettere informazioni.

Che viaggio incredibile si può fare ripercorrendo la storia delle mattonelle! 

Ma Donatella, che è una ragazza pratica, mi riporta subito alla realtà:

-Stai attento, non distrarti troppo mentre friggi le polpette, altrimenti diventano dure come mattonelle-

INGREDIENTI PER 4 (una ventina di polpette)

  • 2 melanzane grandi
  • 1 uovo
  • 80 grammi di parmigiano grattugiato
  • 50 grammi di pecorino grattugiato
  • Qb pane grattugiato
  • 1 spicchio di aglio
  • Qb sale e pepe
  • Qb menta, basilico
  • Qb farina 00
  • Qb farina di polenta
  • Qb olio EVO per friggere

PREPARAZIONE

  1. Dopo aver lavato e spuntato le melanzane tagliale a pezzi grossolani, puoi cuocile al vapore per evitare che si carichino d’acqua oltre a quella che contengono normalmente. Una volta cotte mettile a scolare una mezz’ora. Puoi anche far cuocere le melanzane in acqua bollente ma dovrai poi aspettare almeno due ore per farle scolare per bene.
  2. Trascorso il tempo strizza le melanzane per sgocciolarle dei residui d’umidità e poi ponile in una terrina capace insieme al parmigiano e al pecorino  grattugiati, l’uovo, gli aromi con l’aglio tritati ed infine aggiungi una quantità di pane grattugiato tale da rendere l’impasto morbido ma manipolabile senza che si attacchi alla terrina. Dopo aver salato l’impasto pratica il riposo della polpetta: fai riposare il tutto almeno un’ora nel frigo per conferire consistenza e far amalgamare i sapori.
  3. Trascorso il tempo necessario comincia a  preparare le polpette: fai una pallina con una mano, passala leggermente nella farina, arrotondala facendola ruotare con entrambe le mani e poi schiacciala un poco per conferire la tipica e mitica forma della polpetta. Sono pronte così per la frittura o per la cottura in forno, ma a me piace ripassarle un pò in un velo di farina di polenta per renderle più croccanti. Friggi le polpette in olio EVO leggero (avrai capito che aborro gli olii di semi) a 180° e quando raggiungeranno una bella doratura potrai servirle con un contorno d’insalata profumata con gocce di aceto balsamico. Se accompagnate invece da un sughetto aglio, olio, pomodoro fresco e basilico, diventano un vero gustoso secondo piatto.

Senti che mangi !