Spaghetti alla puttanesca
La storia
Una notte ad Ischia
Ci sono diverse teorie sull’origine del nome di questo piatto, tutte piuttosto colorite ed alcune legate al mondo della prostituzione.
Quella più popolare vede il piatto nascere negli anni ’50, prima della chiusura delle “case”, in un bordello dei Quartieri Spagnoli di Napoli. La ricetta, semplice e veloce da preparare, era perfetta per soddisfare la fame improvvisa dei clienti.
Non posso credere però che un piatto di spaghetti con pomodoro, olive e capperi, pummarola, aulive e chiapparelle, non fosse già diffuso da tempo nella cucina napoletana.
Tuttavia sono gli eventi, le coincidenze casuali che si verificano nel posto giusto e.al momento giusto a creare la storia, anche quella con la esse minuscola, come nel caso dei nostri rinomati spaghetti alla puttanesca.
Proviamo ad immaginare verosimilmente come si sia verificato l’evento. Siamo ad Ischia negli anni ’50, una sera d’estate nel bellissimo ristorante sul lungomare chiamato “O rangio fellone” che in dialetto sta ad indicare un granchio per sua sfortuna molto ricercato per le carni delicate. Il proprietario di questo ristorante alla moda è un architetto, Sandro Petti, protagonista della dolce vita ischitana con le sue serate fatte di buona cucina ed ottima musica con artisti di livello internazionale. E’ passata da un bel pò la mezzanotte ed il locale sta chiudendo. E’ stata una bella serata, tantissimi ospiti come sempre soddisfatti, ed in cucina è finito praticamente tutto. Sandro, con la mente alle cose da organizzare il giorno successivo, già pregusta il sonno. Ma ad Ischia la notte è piccola.
Allegro e vispo come se fosse appena sera arriva un bel gruppo di amici. Hanno fame, vogliono mangiare subito qualcosa. Sandro dice che è tardi, in cucina non c’è più niente, anche il cuoco è andato via. Li invita gentilmente a tornare domani per essere accolti come si deve. Ma la banda non se la sente di chiudere la serata, alcuni sono amici e ci sono delle belle signore che pregano sorridenti il patron: “dai Sandro non deluderci, ci accontentiamo di una cosa qualsiasi, dove vuoi che andiamo a quest’ora della notte, solo tu ci puoi salvare” Va bene, non Sarà Sandro Petti a sciupare la serata ai suoi affezionati clienti. Decide, va lui stesso in cucina. Apre il frigo e prende quello che trova: pomodori, olive, capperi ed un bel ciuffo di prezzemolo ancora profumato. Gli spaghetti non mancano mai e mentre l’acqua bolle l’aglio ed il peperoncino cominciano a sfrigolare in un giro d’olio nella grande padella d’alluminio.
Poi giù gli altri ingredienti calati con sapienza ed infine fa saltare la pasta. Il profumo arriva alla tavolata che ha già provveduto a stappare un paio di Biancolella ben freddo e quando entra Sandro, con la grande padella fumante portata a due mani, è un’ovazione. Gli spaghetti sono deliziosi, il sapore è stimolante ed avvolgente, un successo. Il piatto entra di diritto nel menù del locale e diviene subito molto popolare col relativo aneddoto raccontato dal Petti.
Era nato un piatto mitico della cucina italiana conosciuto in tutto il mondo per la sua schiettezza, semplicità ed efficacia. Per la cronaca: ad Ischia “O rangio fellone” esiste ancora ed il livello della cucina e dell’accoglienza è sempre di altissima qualità.
La ricetta
INGREDIENTI PER 4 PERSONE
- 400 g spaghetti di Gragnano grossi
- 600 g pomodori pelati
- una decina di pomodorini freschi
- 15 g di capperi sotto sale
- 80 g di olive nere
- Peperoncino secco
- 3 spicchi d’aglio
- 40 g di olio EVO
- 1 mazzetto di prezzemolo fresco
PREPARAZIONE
- Il segreto di questa ricetta, semplice ma che richiede occhio e tempi giusti, è nella gestione del
prezzemolo che va fatta in tre fasi e preparando prima i gambi sminuzzati e poi le foglie tritate
divise in due dosi. - Poni la pentola sul fuoco con abbondante acqua a bollire. Dissala e trita i capperi poi togli i noccioli
alle olive nere e tagliale grossolanamente. Non usare le verdi che hanno un sapore amarostico. - Quindi in una padella capiente metti a scaldare l’olio con l’aglio tritato e i gambi di prezzemolo
sminuzzati. - Fai rosolare per un minuto a fuoco basso, aggiungi due pezzetti di peperoncino
privato dei semi, lascia insaporire un attimo e unisci anche le olive nere denocciolate e tagliate e i
capperi. - Fai andare due minuti e versa in padella anche i pomodori pelati schiacciati con una
forchetta e quelli freschi tagliati a metà e privati dei semi e dell’acqua di vegetazione. A questo
punto unisci la metà dose di prezzemolo tritato e lascia cuocere per 10-15 minuti a fuoco dolce,
giusto il tempo per cuocere la pasta. Un momento prima che arrivi a cottura scola la pasta e saltala
in padella con due cucchiai di acqua di cottura ed bel giro d’olio. - A fuoco spento aggiungi il resto del prezzemolo e servi la pasta fumante e profumata.
In alcune ricette troverai tra gli ingredienti anche le acciughe sotto sale o la sfumatura della salsa
con il vino. Io preferisco non metterli, per rispetto alla semplicità ed essenzialità di questo piatto
ottimo così com’è.
Senti che mangi!
Senti che mangi!
