Pizza di scarole
La storia
Sennò non è Natale!
In un bellissimo e curioso saggio dal titolo “I napoletani da mangiafoglia a mangiamaccheroni?” pubblicato nel 1959 sulla Gazzetta del Mezzogiorno, Emilio Sereni, storico, scrittore e membro dell’Assemblea Costituente, analizza la storia dell’alimentazione a Napoli, evidenziando la trasformazione della dieta dei napoletani nel corso dei secoli.
Nel ‘700 Napoli fu teatro di una profonda trasformazione culinaria. La città, un tempo caratterizzata da una dieta basata su verdure e legumi “mangiafoglia”, vide l’affermazione della pasta, in particolare dei maccheroni, come alimento cardine di una dieta che doveva rispondere alle esigenze di una realtà in trasformazione.
Fino ad allora l’economia del Regno di Napoli era prevalentemente agricola. La dieta delle classi più povere era basata su ciò che la terra offriva: verdure selvatiche, legumi, cereali e, in misura minore, frutta. La povertà diffusa limitava l’accesso a cibi più costosi come la carne. Le “foglie” (verdure) erano un modo economico e relativamente accessibile per nutrirsi.
L’introduzione di tecniche come il torchio per la trafilatura della pasta rese possibile la produzione su larga scala di pasta secca, più facile da conservare e trasportare, e permise alla pasta di divenire rapidamente un alimento relativamente economico e nutriente, accessibile anche alle classi meno abbienti.
Napoli, che nel frattempo stava registrando un importante incremento demografico, divenne così un importante centro di produzione e consumo di pasta, grazie anche alla sua posizione geografica e ai suoi scambi commerciali. La diffusione della pasta influenzò l’economia locale, stimolando la produzione di grano duro e la creazione di nuovi mestieri legati alla pasta che divenne un elemento fondamenta le dell’identità culinaria napoletana e, per estensione, italiana La pizza di scarole può essere vista allora come un retaggio delle antiche abitudini alimentari. La scarola, verdura umile e versatile, era un ingrediente fondamentale nella dieta “mangiafoglia”. La sua presenza nella pizza, un piatto che ha radici antiche e popolari, testimonia la persistenza di tradizioni culinarie del passato.
La pizza di scarole rappresenta oggi una sorta di ponte tra il passato e il presente, un ricordo di un’epoca in cui le verdure erano protagoniste della tavola napoletana.
Quindi, la prossima Vigilia di Natale, quando addenterai una fragrante fetta di pizza di scarole starai anche facendo rivivere una importante rivoluzione nella storia gastronomica del nostro Paese.
La ricetta
INGREDIENTI PER 6 PERSONE
Per l’impasto
- 300 g farina 0
- 150 ml acqua tiepida
- 5 g di lievito di birra fresco
- 20 ml di olio EVO
- Sale fino
Per il ripieno
- 1 kg di indivia scarola
- 1 Kg di indivia riccia
- 30 g. di olive nere
- 10 g. di capperi sotto sale
- 3 filetti di acciughe sott’olio
- 10 g. di pinoli
- 2 spicchi d’aglio
- Qb peperoncino
- Qb olio EVO
- Sale

PREPARAZIONE
- In una terrina capace sciogli il lievito in 150 ml d’acqua tiepida e fallo rinvenire per un paio di minuti.
- Aggiungi la farina e comincia a mescolare con una cucchiaio di legno. Poi metti l’olio e un pizzico di sale e impasta per bene a mano fino ad ottenere un panetto morbido ed elastico. Poni la pasta in una ciotola leggermente oliata, copritela e lasciatela lievitare in un luogo tiepido per circa 4 ore fino al raddoppio del volume.
- Togli il nocciolo alle olive e tagliale a grossi pezzi, dissala i
capperi in acqua corrente e taglia anche questi. Monda e lava in acqua le verdure e tagliale grossolanamente poi mettile a scolare per bene.
In una padella fai scaldare due cucchiai abbondanti di olio e aggiungi gli spicchi d’aglio, sbucciato, tagliato a metà e privato dell’anima. - Fai andare un minuto poi aggiungi nella padella le verdure facendole saltare per 5-6 minuti. Aggiungi le olive a pezzi, i capperi e i pinoli. Prosegui la la cottura finché le verdure saranno ben appassite e tutta l’acqua di vegetazione evaporata.
E’ importante che la verdura sia ben asciutta. Se non lo fosse mettila a scolare e poi passala di nuovo in padella. - Riprendi la pasta lievitata, fai delicatamente uscire l’aria di lievitazione dividila in 2 parti di cui una un pochino più grande.
- Stendi entrambe con il mattarello a uno spessore di 3-4 mm ricavando 2 tondi, quello grande più largo della teglia. Ponilo in una teglia del diametro di 24 cm cosparsa con un velo d’olio premendo il fondo a formare un guscio e facendo in modo che fuoriesca dai bordi. Poi pungi il fondo con una forchetta e quindi versa dentro le scarole ben distribuite.
- Ricopri la base ripiena con l’altra sfoglia e sigilla bene i bordi formando tutto intorno un cordone che potrai decorare premendo leggermente in orizzontale con i rebbi di una forchetta. Sempre con la forchetta bucherella la superficie per permettere la fuoriuscita dell’umidità durante la cottura e per
finire spennella la superficie con olio EVO. - Ci siamo. inforna in forno statico a 200° per almeno 40 minuti o comunque finché la tua pizza di scarola non abbia assunto un bel colore dorato. Dopo sfornata prima di servirla lasciala intiepidire su una gratella
Senti che mangi !
